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Cresce la necessità di tagliare il cibo per il mutuo in Europa

Un recente studio ha rivelato che molti europei si trovano costretti a ridurre le spese alimentari per affrontare l’aumento dei costi abitativi.

Il New Housing Trend Report 2024, realizzato dall’agenzia immobiliare Re/Max Europe, ha messo in luce che oltre il 10% degli europei ha risparmiato su cibo e beni essenziali per coprire le spese di alloggio nell’ultimo anno.

L’indagine, condotta su migliaia di partecipanti, ha rivelato che i costi degli alloggi sono cresciuti mediamente del 54% in Europa negli ultimi 12 mesi. Il 37% degli europei ha dichiarato che, pur riuscendo a far fronte alle spese, si trova a corto di liquidità, mentre quasi un quinto (19%) ha ammesso di avere difficoltà a arrivare a fine mese.

Le famiglie europee allocano in media il 38% del loro reddito per affitti o mutui e bollette, con Slovenia (43%) e Portogallo (42%) ai primi posti. Per contro, i residenti in Svizzera hanno registrato una percentuale più bassa (30%).

Per far fronte ai crescenti costi, l’80% degli intervistati ha ridotto le spese. Circa il 41% ha deciso di risparmiare su attività sociali, mentre il 40% ha limitato viaggi e acquisti di beni di lusso. Inoltre, il 16% ha scelto di tagliare le spese alimentari, con punte del 26% in Austria e Finlandia.

Tagliare le spese non basta

Nel frattempo, il 15% degli europei ha dovuto fare ricorso a prestiti per coprire le spese abitativo. Questa situazione è particolarmente grave in Turchia (32%), Bulgaria (22%) e Romania (20%).

Un terzo di coloro che hanno chiesto prestiti ha utilizzato carte di credito, mentre il 27% si è rivolto a familiari e amici. Un quinto ha optato per scoperti di conto corrente e il 23% ha chiesto prestiti bancari non garantiti per sostenere le spese abitative.

In un contesto incerto, quasi il 48% degli intervistati prevede un ulteriore aumento dei costi abitativi nei prossimi 12 mesi.

In risposta a queste prospettive sfavorevoli, molti europei considerano cambiamenti drastici: il 32% valuterebbe di trasferirsi in città più piccole o in paesi meno costosi, mentre il 24% è disposto a trasferirsi all’estero. Tuttavia, circa il 21% non intende spostarsi.

La sostenibilità in secondo piano

Tra gli intervistati, il 18% ha dichiarato di faticare a sostenere le spese per le bollette energetiche, un dato che sale al 36% in Grecia, dove le difficoltà economiche sono più accentuate.

Di fronte a spese elevate, molte famiglie hanno messo in secondo piano i miglioramenti ecologici della propria casa, preferendo coprire le bollette immediate piuttosto che investire in sostenibilità a lungo termine. Più di un quarto degli intervistati (27%) sta considerando l’installazione di pannelli solari, con un 25% interessato ai doppi vetri. Tuttavia, misure come la raccolta dell’acqua piovana e le pompe di calore sono meno prioritarie, con solo un quinto degli interpellati aperto alla loro installazione.

Quasi la metà ha affermato che un maggiore sostegno governativo potrebbe incentivare l’adozione di misure di efficienza energetica.

La soddisfazione abitativa in Europa

Nonostante le preoccupazioni riguardanti i costi degli alloggi, la soddisfazione abitativa rimane alta in diverse aree d’Europa.

I Paesi Bassi e la Romania sono i più soddisfatti della loro condizione abitativa, con l’84% degli intervistati soddisfatti. In queste nazioni, il tasso di proprietà è relativamente elevato e la qualità degli alloggi è buona, contribuendo così a questo risultato positivo.

In media, il 76% degli europei si dichiara soddisfatto della propria abitazione. D’altra parte, cittadini di Malta, Repubblica Ceca, Slovenia, Ungheria, Turchia, Grecia e Irlanda esprimono un elevato grado di insoddisfazione.

Le ragioni dell’insoddisfazione variano, ma la necessità di spazi più ampi risulta essere una preoccupazione significativa, con il 58% dei polacchi la menzionano come causa di insoddisfazione, rispetto alla media europea del 37%.

Il costo è un altro fattore cruciale: il 33% degli intervistati insoddisfatti ha affermato che il proprio immobile è troppo costoso, percentuale che sale al 53% a Malta, 48% in Irlanda e 48% in Finlandia.

Inoltre, quasi la metà degli insoddisfatti in Portogallo ha riscontrato problemi di umidità o muffa, mentre in Olanda un quinto degli intervistati cita l’igiene e la presenza di parassiti come problematici.

Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews

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