Pavel Durov è stato arrestato al suo arrivo all’aeroporto di Le Bourget, nei pressi di Parigi, con l’accusa di non aver rispettato le norme di sicurezza relative all’app di messaggistica utilizzata quotidianamente da milioni di persone in tutto il mondo.
Pavel Durov, miliardario russo-francese e fondatore nonché CEO di Telegram, è stato arrestato sabato sera all’aeroporto di Bourget, situato alle porte di Parigi.
Il suo jet privato era appena atterrato quando è entrato nel mirino delle autorità francesi, attraverso un mandato di arresto emesso nell’ambito di un’indagine preliminare. Stando a quanto riportato dai media locali, le indagini riguardano la mancanza di moderatori su Telegram, una condizione che, secondo la polizia, consente a attività criminali di prosperare senza ostacoli sulla piattaforma di messaggistica.
L’arresto di Durov ha suscitato gravi preoccupazioni tra gli esperti tecnologici e tra i sostenitori della libertà di Internet. Con quasi un miliardo di utenti, Telegram si distingue per la sua attenzione alla privacy e alla crittografia, caratteristiche che hanno contribuito alla sua popolarità, ma anche a controversie.
L’impatto di Telegram nel settore della messaggistica
Telegram è emersa come una delle principali piattaforme social, affiancandosi a colossi come Facebook, YouTube, WhatsApp, Instagram, TikTok e WeChat. La sua influenza è particolarmente forte in Russia, Ucraina e nelle repubbliche dell’ex Unione Sovietica.
Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina nel 2022, Telegram si è affermata come la principale fonte di informazioni non filtrate riguardanti il conflitto e la politica ad esso collegata. Tuttavia, non mancano le critiche, dato che è stata anche veicolo di disinformazione.
Alcuni esperti la definiscono un “campo di battaglia virtuale”, utilizzato tanto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky e dai suoi collaboratori, quanto dal governo russo.
Tuttavia, Telegram non soddisfa i requisiti dell’Unione Europea ed è stata temporaneamente sospesa in alcuni Stati membri, tra cui la Spagna.
La storia di Durov e la sua ricerca di libertà
Pavel Durov, originario della Russia, ha fondato Telegram insieme a suo fratello nel 2013. Dopo essersi opposto alle pressioni del governo per chiudere le comunità di opposizione sulla sua piattaforma di social media VKontakte, decise di lasciare la Russia nel 2014, per poi vendere l’azienda.
In un’intervista a aprile con il giornalista statunitense Tucker Carlson, Durov ha discusso della sua fuga dalla Russia e della ricerca di una nuova sede per la sua azienda, che lo ha portato tra Berlino, Londra, Singapore e San Francisco. “Preferisco essere libero piuttosto che obbedire a qualcuno”, ha dichiarato Durov, evidenziando il suo impegno per la libertà di espressione e la privacy.
Le implicazioni per la libertà di Internet
L’arresto di Durov pone interrogativi sul delicato equilibrio tra libertà di espressione e necessità di moderazione dei contenuti online. Telegram è stata oggetto di critiche per la sua strategia relativamente permissiva in materia di moderazione, che ha reso la piattaforma suscettibile di essere utilizzata per attività illecite, ma ha anche offerto uno spazio per la libertà di parola in contesti autoritari.
Questa situazione potrebbe avere ripercussioni significative non solo per Telegram, ma anche per le politiche di moderazione delle contenuti di altri social media a livello globale. Persino Elon Musk, proprietario di X, ha commentato sarcasticamente l’arresto di Durov tramite un tweet.
Secondo i media francesi, è probabile che Durov sia incriminato già domenica, suscitando l’attenzione della comunità tecnologica. La risoluzione di questo caso potrebbe influenzare notevolmente il futuro di Telegram e, potenzialmente, il panorama delle comunicazioni digitali e della libertà di Internet nel suo complesso.
Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews