Le forze russe intensificano le loro operazioni in Ucraina orientale, mentre Mosca comunica che non parteciperà al secondo summit sull’Ucraina previsto per novembre.
Nel cuore dell’Ucraina orientale, Kharkiv continua a subire pesanti bombardamenti. Recentemente, un attacco aereo ha colpito un edificio residenziale, provocando 21 feriti, tra cui un bambino di otto anni e due adolescenti di diciassette anni. Inoltre, circa sessanta residenti sono stati evacuati dalla struttura colpita.
“Tutti stanno ricevendo l’assistenza necessaria”, ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su X. “Questa settimana, il nemico ha lanciato oltre 900 bombe guidate, utilizzato circa 400 droni ‘Shahed’ e quasi 30 missili. È fondamentale che potenziamo le nostre capacità per proteggere la vita dei cittadini e garantire la sicurezza”, ha aggiunto.
Concentrando gli sforzi sul fronte orientale, nelle ultime ore si sono registrati oltre 160 scontri tra l’esercito ucraino e le forze russe nelle aree di Lymansky, Pokrovsky e Kurakhivskyi. “Gli assalti russi si sono intensificati in particolare a Selidovoj”, si legge nel report dello Stato maggiore ucraino.
Le autorità ucraine segnalano che tre persone sono decedute a causa dell’offensiva russa di sabato nel Donetsk, nella parte orientale del Paese. Il governatore della regione, Vadim Filashkin, ha riferito che altre dodici persone sono rimaste ferite.
Anche il nordest dell’Ucraina non è esente dagli attacchi russi. Droni hanno preso di mira le infrastrutture energetiche della città di Sumy, situata a pochi chilometri dal confine russo. Secondo i media ucraini, l’obbiettivo di questi attacchi erano le centrali elettriche.
La posizione di Mosca sul summit sull’Ucraina
Il Cremlino esclude qualsiasi possibilità di negoziato. Mosca ha ufficializzato la sua assenza al secondo vertice sull’Ucraina programmato per novembre. Questa decisione segue le dichiarazioni del presidente Zelensky, il quale aveva suggerito la possibilità di una delegazione russa al summit.
Secondo le autorità russe, il vertice avrebbe dovuto presentare esclusivamente la “formula Zelensky”, una proposta considerata inaccettabile da Mosca, che la interpreta come una forma di “capitolazione”.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato le dichiarazioni del segretario della NATO, Jens Stoltenberg, il quale ha minimizzato le minacce di ritorsione da parte di Vladimir Putin in caso di concessioni per l’utilizzo di armamenti occidentali a lungo raggio da parte dell’Ucraina. Peskov ha messo in guardia, affermando: “Stoltenberg smetterà presto di lavorare dove lavora. Ecco perché si permette di rilasciare dichiarazioni così avventate”. Ha poi sottolineato che “sfortunatamente, molte persone in Europa condividono il suo punto di vista. Altri, però, analizzano attentamente le parole del presidente russo e comprendono il reale significato delle sue affermazioni”.
Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews