La capitale libanese è stata colpita da un attacco per eliminare un alto comandante di Hezbollah. In precedenza, la milizia aveva lanciato circa 150 razzi verso il nord di Israele, in seguito a una massiccia offensiva dal Libano avvenuta giovedì sera. Le tensioni attuali suscitano timori di un’escalation del conflitto, con il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite convocato per discutere la situazione.
Israele ha effettuato un raid aereo nella periferia meridionale di Beirut, una delle principali basi di Hezbollah, già oggetto di attacchi ripetuti nel corso dell’anno, come confermato dall’esercito israeliano nel pomeriggio di venerdì.
Secondo il governo libanese, il bilancio dell’attacco è di almeno 12 morti e 66 feriti, incluso l’obiettivo dell’operazione, Ibrahim Aqil, membro del Consiglio del Jihad, il massimo organo militare di Hezbollah. La notizia della sua morte, succeduto Fouad Shukr, ucciso a luglio, è stata annunciata dall’esercito israeliano, ma non è stata confermata dalla milizia sciita.
I residenti e i testimoni hanno parlato di tre esplosioni consecutive, con immagini di strade inondate di macerie e veicoli distrutti dalle fiamme.
Questo attacco è avvenuto poco dopo il lancio di circa 150 missili in tre ondate dal Libano contro il nord di Israele, la maggior parte dei quali è caduta in aree deserte.
Hezbollah ha rivendicato la responsabilità degli attacchi, che hanno preso di mira obiettivi che comprendevano tre basi militari israeliane, ed è avvenuto meno di 24 ore dopo un discorso del leader Hassan Nasrallah, il quale aveva avvertito di punire Israele per le esplosioni simultanee dei dispositivi elettronici del gruppo.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) avevano colpito decine di posizioni di lanciarazzi nel sud del Libano, in risposta agli attacchi, come a sua volta annunciato dall’Iran. Questa offensiva è una delle più ampie in Libano nell’ultimo anno, dall’inizio del conflitto con Hamas a Gaza, e ha colpito circa cento postazioni e centinaia di razzi pronti per il lancio. Finora, Hezbollah ha confermato di aver subito una vittima negli attacchi.
La missione di pace delle Nazioni Unite nel sud del Libano, a guida italiana, ha confermato una “pesante intensificazione delle ostilità nella zona della Linea Blu“, che segna il confine tra Libano e Israele, in vigore dal ritiro delle truppe israeliane nel 2000.
Le dichiarazioni di Nasrallah su Israele e le nuove offensive a Gaza, in Cisgiordania e Libano
L’intelligence israeliana ha attuato una doppia operazione, preparata per circa 15 anni secondo fonti americane, che il leader di Hezbollah, Nasrallah, ha definito un “atto di guerra”, dichiarando in un discorso televisivo che sono state superate “tutte le linee rosse”, un tema ricorrente dopo le uccisioni di figure di rilievo nel panorama militante sostenuto da Teheran nel Medio Oriente.
“Tali azioni riceveranno presto una risposta devastante dalla resistenza“, ha scritto Nasrallah in una missiva al comandante delle Guardie della Rivoluzione iraniana, Hossein Salami.
Fino ad oggi sono state le milizie affiliate, tra cui Hezbollah (ancora attivo giovedì) e gli Houthi dello Yemen, a condurre attacchi contro Israele, mentre l’Iran ha risposto direttamente solo in un’altra occasione, nel mese di aprile.
Le preoccupazioni per il futuro e le vittime sul campo continuano ad aumentare, con attacchi e perdite che si susseguono dal 7 ottobre.
Almeno 15 palestinesi sono morti in due raid aerei su Gaza City nelle prime ore di venerdì e sette in un’operazione militare a Qabatiya, nel nord della Cisgiordania, avvenuta giovedì, come riportato dall’agenzia palestinese Wafa.
In questo caso, i militari israeliani avrebbero anche spinto a calci giù da un tetto un palestinese ferito, secondo video diffusi sui social media e verificati da Al-Jazeera.
Venerdì mattina, Abu Haider al Khafaji, un miliziano del gruppo sciita iracheno Kata’ib Hezbollah, sostenuto da Teheran, è stato ucciso in un omicidio mirato mentre si dirigeva verso l’aeroporto di Damasco, confermato dal gruppo stesso.
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunisce per prevenire una guerra in Libano
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha espresso solidarietà al popolo libanese, sostenendo che il Paese “non può vivere nella paura di una guerra imminente” e ha esortato a impegnarsi in una diplomazia per evitare un’escalation che non porterebbe benefici a nessuno.
Gli Stati Uniti hanno espresso paura e preoccupazione per una possibile escalation, come dichiarato dalla portavoce Karine Jean-Pierre, mentre la Casa Bianca sembra aver perso la speranza di giungere a un accordo di tregua a Gaza sotto la presidenza Biden, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal.
Le autorità libanesi, il cui governo è influenzato dalla presenza militare e politica di Hezbollah a Beirut e nel sud del Libano, hanno accusato Israele per gli attacchi subiti.
Il primo ministro Najib Mikati ha invitato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che discuterà della situazione venerdì, a prendere una posizione ferma contro l’”aggressione” e la “guerra tecnologica” israeliana.
Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews