Il cargo spaziale è stato lanciato giovedì dal cosmodromo di Baikonur, situato in Kazakistan, portando con sé quasi 3 tonnellate di alimenti, carburante, attrezzature e altri rifornimenti essenziali.
Sabato, una navetta spaziale russa senza equipaggio ha effettuato l’aggancio con la Stazione Spaziale Internazionale , fornendo i materiali necessari per le operazioni a bordo.
La Progress si è ancorata all’avamposto spaziale attraverso un processo automatizzato, monitorato sia dagli astronauti a bordo che dai controlli a terra, che operano rispettivamente in Russia e negli Stati Uniti. Questa capsula, priva della capacità di rientrare nell’atmosfera terrestre, è stata realizzata trasformando la ben nota versione con equipaggio, il Sojuz.
Il programma spaziale sovietico concepì la Progress per garantire il rifornimento delle stazioni spaziali Salyut durante le lunghe missioni. Successivamente, numerosi esemplari furono impiegati per analoghi scopi durante l’intera durata della stazione Mir e, ora, per la ISS, a cui vengono effettuati tra tre e quattro lanci all’anno.
Questo cargo è stato lanciato dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan , trasportando quasi 3 tonnellate di cibo, carburante, attrezzature e rifornimenti.
La Stazione Spaziale si affida a partnership internazionali, come quelle con gli Stati Uniti e la Russia, per il trasporto del proprio carico nello spazio. Attualmente si stanno esplorando nuove soluzioni per il trasporto e il rientro dei materiali dall’orbita terrestre bassa e dall’orbita lunare.
L’Agenzia spaziale europea ha recentemente comunicato la prossima assegnazione di due contratti, ciascuno dal valore di 25 milioni di euro, a Thales Alenia Space Italia—una joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%)—e all’azienda franco-tedesca Exploration Company, con l’obiettivo di sviluppare servizi di rientro cargo per l’orbita terrestre bassa.
I russi nella Stazione Spaziale Internazionale
La gestione della Stazione Spaziale Internazionale è regolata da un trattato internazionale, il International Space Station Intergovernmental Agreement , che stabilisce i doveri dei partner fondatori (Canada, ESA, Russia, USA e Giappone). Nel prossimo futuro, la Russia potrebbe decidere di lasciare l’ISS per creare una propria stazione spaziale nazionale. Già nel 2021, esponenti dell’agenzia spaziale russa avevano espresso l’intenzione di realizzarla, con l’indicazione che il 2025 sarebbe stata la data di avvio del progetto.
Attualmente, la capsula Soyuz non detiene più il monopolio sui viaggi verso la Stazione; tuttavia, il modulo Zvezda e le navette Progress rimangono vitali, ad esempio, per il controllo dell’orbita e dell’assetto. Per quanto riguarda il possibile ritiro di Mosca dalla Stazione Spaziale Internazionale, si è ipotizzato che i moduli e la loro gestione possano essere trasferiti a partner internazionali o a entità private.
L’idea di una stazione spaziale russa non è del tutto nuova: si tratta di un concetto discusso da oltre 20 anni, risalente ai tempi del progetto Mir-2 .
Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews