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Nutella compie 60 anni: vegana, ma poca sostenibilità

La sostituzione del latte nella Nutella vegana contribuisce a ridurre l’impronta di carbonio della crema spalmabile, ma gli esperti avvertono che l’eliminazione dell’olio di palma avrebbe un effetto decisamente più significativo sull’ambiente. In Italia, il costo della nuova variante supera del 50% quello della Nutella tradizionale.

Per celebrare il sessantesimo anniversario della Nutella, il noto marchio Ferrero ha introdotto una versione vegana della sua famosa crema alla nocciola. Questa nuova variante, facilmente riconoscibile grazie al tappo verde, è disponibile da settembre in Italia, Francia e Belgio nel formato da 350 grammi e arriverà nel 2025 anche in altri mercati europei.

“A pochi mesi dal lancio di Nutella Ice Cream, siamo lieti di presentare Nutella Plant-Based, realizzata con ingredienti vegetali, come ceci e sciroppo di riso, in sostituzione del latte. Questi ingredienti conferiscono un gusto delicato e armonioso, mantenendo inalterata la cremosità e il sapore inconfondibile della Nutella,” ha dichiarato Stefano Lelli Mami, Region Marketing Manager Nutella Italia.

Ferrero, multinazionale con sede in Lussemburgo specializzata in dolciumi, ha dichiarato in un comunicato stampa che la Nutella vegana è progettata per soddisfare la crescente domanda di cibi privi di ingredienti animali.

Nutella vegana: un’opzione più sostenibile?

La sostituzione del latte con ingredienti a minore emissione di anidride carbonica indica che la versione vegana potrebbe essere meno dannosa per il pianeta. “Le proteine vegetali sono più favorevoli per il clima rispetto a quelle del latte,” sostiene Corentin Biardeau, ingegnere agronomo presso al think tank climatico The Shift Project.

I dati forniti dalla piattaforma CarbonCloud confermano questa affermazione: il latte scremato in polvere genera 15,5 kg di CO2 per kg, mentre i ceci solo 0,4 kg e lo sciroppo di riso integrale, 1,77 kg.

La questione dell’olio di palma nella Nutella vegana

Tuttavia, il latte in polvere costituisce solo una piccola parte (8,7%) degli ingredienti della Nutella. “Se Ferrero voleva davvero creare un prodotto ecologico, avrebbe dovuto iniziare dalla sostituzione dell’olio di palma,” afferma Biardeau. Infatti, l’olio di palma, noto per il suo contributo alla deforestazione nel Sud-Est asiatico, resta un ingrediente chiave della Nutella, benché la quantità esatta non sia specificata sull’etichetta.

Attualmente, l’olio di palma è l’olio vegetale più utilizzato a livello globale, con il 80% di produzione destinata all’alimentazione, il 10% ai cosmetici e un ulteriore 10% ai biocarburanti. Secondo il database dell’agenzia ambientale francese Agribalyse, le alternative come olio di colza e olio di girasole emettono una quantità di anidride carbonica da due a tre volte inferiore rispetto all’olio di palma, che produce in media 6,04 kg di CO2 per kg.

Il prezzo della versione vegana: perché è più costosa?

Il costo della nuova versione vegana solleva interrogativi tra gli esperti, che notano come il prezzo sia superiore a quello della tradizionale Nutella. In Italia, il prezzo della Nutella vegana è stato fissato a 4,49€ per un vasetto da 350 grammi, il che rappresenta un aumento del 50% rispetto ai 2,99€ richiesti per la versione classica. Questo porta a un costo di 12,82 €/kg.

“Siamo sorpresi che la versione vegana costi di più, considerando che le proteine vegetali sono generalmente più economiche del latte, il cui prezzo spesso non è compensato adeguatamente per gli agricoltori,” conclude Biardeau.

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