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Odysseus: primo modulo privato atterra sulla Luna

Il lander Odysseus ha effettuato un atterraggio riuscito sulla Luna, segnando un traguardo storico. Questa missione rappresenta il primo successo di un’azienda privata sul nostro satellite naturale e costituisce un passo fondamentale verso la creazione di una colonia lunare.

L’azienda statunitense Intuitive Machines ha annunciato, nella serata di giovedì, che il suo modulo lunare Odysseus ha completato un atterraggio morbido, battendo diversi record in un colpo solo. Il decollo era avvenuto il 15 febbraio scorso.

Inizialmente, il segnale inviato dalla sonda a seguito dell’atterraggio era debole, suscitando qualche preoccupazione nel centro di controllo, ma successivamente i problemi sono stati risolti.

Questo veicolo spaziale, comparabile per dimensioni a una cabina telefonica, ha conquistato il titolo di primo veicolo spaziale statunitense a toccare la Luna dopo oltre cinquant’anni, seguendo l’ultima missione Apollo 17 nel 1972. Inoltre, rappresenta il primo modulo privato che ha avuto un atterraggio di successo sulla Luna.

Ricerche scientifiche nel polo sud lunare

Odysseus ha raggiunto una latitudine di 80° S, diventando la navicella umana a meridione più distante sulla Luna, superando il precedente record indiano. Questa regione polare meridionale attira l’attenzione delle potenze spaziali poiché potrebbe contenere ghiaccio d’acqua, un elemento chiave per le future esplorazioni lunari.

Investimenti della NASA per il lancio di Odysseus

Anche se Odysseus non è progettato per condurre ricerche sull’acqua, al suo interno trasporta una quantità consistente di materiale scientifico, circa 100 kg, di cui oltre la metà è fornita dalla NASA, nonostante la missione sia gestita da un’azienda privata. Questi strumenti saranno utilizzati per una “ricognizione preliminare” nell’ambito del programma Artemis, guidato dagli Stati Uniti, il cui obiettivo finale è stabilire una base umana permanente sulla Luna. Per questo lancio, la NASA ha speso circa 120 milioni di dollari.

Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews

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