Teresa Ribera, esperta spagnola in materia di cambiamento climatico, sta per diventare la seconda donna più influente dell’Unione Europea all’interno del nuovo Collegio dei Commissari guidato da Ursula von der Leyen.
Quando Ursula von der Leyen ha delibato su chi dovesse ricevere l’importante portafoglio per la concorrenza, sono stati considerati i candidati con le maggiori competenze economiche.
Il commissario per la concorrenza dell’Ue detiene un grande potere, capace di bloccare fusioni, multare aziende di primo piano e vietare sussidi pubblici che possano alterare la libera concorrenza. A differenza di altri commissari, può prendere decisioni autonomamente, senza necessità di approvazione da parte di governi o europarlamentari.
Durante il lungo incarico di Margrethe Vestager come responsabile dell’antitrust dell’Ue, questo ruolo ha acquisito un’importanza maggiore. Vestager, conosciuta per il suo carisma e proattività, è diventata una delle figure più riconoscibili dell’Unione Europea, guidando azioni legali contro colossi tecnologici come Google e Apple e gestendo aiuti straordinari durante la pandemia, che hanno sollevato sia riconoscimenti che controversie.
Teresa Ribera è emersa tardivamente come possibile candidata al ruolo di commissario per la concorrenza, suscitando qualche preoccupazione per la sua limitata esperienza in materia di diritto della concorrenza. Ribera è uno dei ministri più rilevanti del governo di Pedro Sanchez, e ha dedicato gran parte della sua carriera a tematiche ambientali, focalizzandosi sulla lotta contro il cambiamento climatico.
Tuttavia, fonti vicine a von der Leyen hanno confermato che la presidente della Commissione cercava un individuo non solo in grado di affrontare i tecnicismi del ruolo di competenza, ma anche capace di trasmettere l’influenza e la riconoscibilità di cui Vestager ha fatto sfoggio.
Considerando che nella sua squadra mancava un candidato con un mix simile di carisma ed esperienza e che molti dei nuovi nominati avevano una scarsa esperienza governativa, Ribera si è affermata come la principale candidata per questa posizione.
Ribera avrà molte responsabilità di Timmermans
All’inizio, Ribera era vista come una potenziale sostituta di Frans Timmermans, l’ideatore del Green Deal europeo. Ha ricoperto vari ruoli presso istituzioni internazionali come le Nazioni Unite e il World Economic Forum, giocando un ruolo fondamentale nella negoziazione dell’Accordo di Parigi e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Contraria all’uso di combustibili fossili e energia nucleare, Ribera è riuscita a farsi notare a Bruxelles durante i negoziati sulla riforma del mercato energetico dell’Ue. In tal senso, ha riacquisito la posizione che inizialmente si prevedeva per lei, essendo responsabile del proseguimento del Green Deal e della sua transizione verso un Clean Industrial Deal.
Prima della sua nomina da parte di von der Leyen, Ribera svolgeva la funzione di vicepresidente e ministro per la Transizione ecologica e la Sfida demografica della Spagna, il che implica che aveva già intrapreso il compito di allineare il suo paese all’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% fissato per il 2040 dalla Legge Europea sul Clima.
Sostituendo ufficialmente Vestager e assumendo la maggior parte delle responsabilità di Timmermans, Ribera è vista come il probabile braccio destro di von der Leyen, pronta a diventare la figura preminente tra i sei vicepresidenti esecutivi.
La sfida della concorrenza
Pur essendo la competenza di Ribera nel campo ambientale ben consolidata, il diritto della concorrenza rappresenta per lei una nuova e complessa sfida, soprattutto alla luce della promessa fatta da von der Leyen di un “nuovo approccio” alla regolamentazione delle fusioni.
Una delle sfide principali sarà quella di gestire le recenti sentenze della Corte di Giustizia dell’Ue, che hanno limitato l’autorità della Commissione in materia di antitrust, specialmente in seguito alla controversa decisione sulla fusione Illumina-Grail. Questa sentenza ha ridotto la possibilità per la Commissione di utilizzare lo strumento delle “acquisizioni killer”, in precedenza sfruttato da Vestager per esaminare fusioni a basso reddito, in particolare nei settori tecnologico e sanitario.
In un post sulla piattaforma social X, Vestager ha dichiarato che questo “limita la possibilità di agire sulle acquisizioni killer”, mentre il rapporto di Draghi chiede anche “un cambiamento nelle pratiche operative e un aggiornamento delle linee guida per rendere l’attuale regolamento sulle fusioni adeguato ai tempi”.
Con un numero crescente di richieste per ridefinire le regole dell’Ue in materia di fusioni, von der Leyen ha incaricato Ribera, nella sua lettera di missione, di lavorare per modernizzare la politica di concorrenza e di includere una revisione delle linee guida per il controllo delle fusioni orizzontali, concentrandosi anche sulla gestione dei rischi delle acquisizioni killer, al fine di trovare nuove modalità per affrontare la sentenza.
Un altro tema cruciale sarà l’elaborazione di un nuovo quadro di aiuti di Stato per integrare il Clean Industrial Deal e accelerare la diffusione delle energie rinnovabili nell’Ue. Sebbene Ribera si occuperà anche dell’economia delle piattaforme e dell’applicazione delle misure previste dalla legge sui mercati digitali, gran parte della responsabilità per l’economia digitale sembrerebbe passare a Henna Virkkunen, evidenziando una ridistribuzione dei compiti all’interno della Commissione.