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Test di nuove tecnologie anti-droni da parte della NATO

I nuovi strumenti di sorveglianza e attacco, tra cui i droni, si stanno rivelando fondamentali nel conflitto in Ucraina, soprattutto dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato un piano per aumentare la produzione di droni, portandola a ben 1,4 milioni entro la fine dell’anno.

La settimana scorsa, nei Paesi Bassi, ha avuto luogo un’importante esercitazione della NATO focalizzata sulla lotta contro i droni, alla quale ha partecipato anche una delegazione ucraina. Questo evento si è svolto in concomitanza con l’annuncio di Putin, sottolineando l’urgenza di affrontare la crescente minaccia rappresentata dai droni nel contesto del conflitto ucraino.

“È essenziale innovare tecnologicamente per stare al passo con i cambiamenti in corso,” ha dichiarato Matt Roper, responsabile dell’intelligence e della sorveglianza presso il dipartimento tecnologico della NATO. “La Russia ha dimostrato di avere capacità significative nel campo della guerra elettronica, e questa situazione ci ha spinto a imparare e adattarci.”.

Nell’ambito di questo esercizio della NATO, sono state testate oltre 50 tecnologie di contrasto ai droni, coinvolgendo più di 19 stati membri della NATO e, per la prima volta, la partecipazione dell’Ucraina. Yaroslav, un esperto del Centro per l’Innovazione del Ministero della Difesa ucraino, ha commentato: “I droni rappresentano una delle principali minacce per le forze ucraine, poiché monitorano costantemente il nostro territorio fino a 20 km dalla linea del fronte.”

“La presenza dei droni ci crea molte difficoltà,” ha evidenziato Yaroslav. “La nostra artiglieria è costretta a rimanere inattiva, perché se viene individuata, subisce attacchi immediati. La maggior parte dei droni che rappresenta una minaccia sono quelli ISR (Intelligence, Surveillance and Reconnaissance), utilizzati per la sorveglianza.”

Yaroslav ha anche osservato che i droni ISR operano ad altitudini elevate e sono difficili da individuare, tanto che non sempre è facile contrastarli. “La loro capacità di operare senza essere rilevati è un problema serio,” ha aggiunto.

Per affrontare questa situazione, l’Ucraina sta esplorando alternative, compresi droni in grado di attaccare altri droni ISR. Un’ulteriore preoccupazione per la NATO è rappresentata dai droni FPV (First-Person View), i quali sono controllati da piloti a terra e sono spesso equipaggiati con esplosivi.

Di recente, l’Ucraina ha impiegato una significativa quantità di droni FPV per causare un’esplosione in un arsenale nella regione russa di Tver, dimostrando l’efficacia di questo tipo di tecnologia. “I droni FPV sono costruiti con parti comuni e sono molto variabili, rendendo difficile per noi intervenire contro di essi,” ha dichiarato Yaroslav. “Non possiamo semplicemente attaccarli, dato che trasportano esplosivi. È una vera e propria sfida.”.

“Il vaso di Pandora è stato aperto e non si può più richiudere,” ha avvertito. “Se qualcuno decidesse di attaccare obiettivi civili in Europa utilizzando droni FPV, sarebbe estremamente difficile difendersi. Non voglio dire impossibile, ma quasi.”.

I timori di un possibile attacco all’Europa sono accentuati dalle notizie di violazioni dello spazio aereo della NATO, con droni russi che sono caduti in Romania e Lettonia negli ultimi giorni. “La Russia non sta diminuendo l’uso di droni in Ucraina e nelle zone circostanti. Rappresentano un rischio reale per la nostra sovranità,” ha dichiarato Roper.

Un momento di transizione

Roper ha sottolineato che ci troviamo in una fase esemplificativa di transizione, spostandoci dalla ricerca e sviluppo all’operatività concreta. Alcune delle nuove tecnologie sono state già presentate durante l’esercitazione NATO, inclusa una che permette di hackerare droni in volo, disconnetterli dal loro pilota e ri-programmarli.

Questa tecnologia è attualmente in uso in 27 paesi. “Prendere il controllo di un velivolo in tempo reale è una sfida, specialmente contro la volontà del pilota,” ha spiegato Simon Foreman, direttore operativo della D-Fend Solutions.

Il futuro della tecnologia contro i droni

Un’altra innovazione testata impiega l’intelligenza artificiale per distinguere e identificare vari tipi di droni. L’azienda scozzese Quell AI non ha ancora lanciato ufficialmente il suo prodotto, ma il suo direttore operativo, Bobby Hamilton, ha affermato che questa tecnologia è fondamentale per la difesa contro i droni. “I nostri modelli aiutano a mantenere traccia degli obiettivi, favorendo una migliore consapevolezza situazionale,” ha affermato Hamilton.

L’intelligenza artificiale rappresenta un “prossimo spartiacque tecnologico” per la NATO, secondo Roper, con potenzialità sia difensive che offensive. “Può aiutare a rilevare droni in arrivo, ma può anche essere impiegata in fase di attacco, consentendo ai droni di orientare le loro armi verso obiettivi specifici.”

Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews

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