Il candidato repubblicano alla presidenza ha proposto dazi doganali fino al 75% su tutte le merci provenienti dal Messico, nel tentativo di indurre il Paese a regolare i flussi migratori verso gli Stati Uniti.
Donald Trump sta concentrando la sua campagna elettorale su due temi fondamentali: immigrazione e dazi commerciali.
Durante un comizio a Raleigh, in North Carolina – uno degli Stati chiave – il candidato repubblicano ha fatto sapere che applicherà una tariffa del 25% su tutte le merci importate dal Messico se il Paese non faraà la sua parte nella riduzione dei flussi migratori verso gli Stati Uniti.
“Se non fermeranno l’afflusso di criminali e droga nel nostro Paese, imporrò immediatamente la tariffa del 25% su tutto ciò che invieranno negli Stati Uniti“, ha dichiarato Trump, rivolgendosi alla presidente messicana Claudia Sheinbaum.
Secondo Trump, la proposta “funzionerà di certo”, aggiungendo che “se la tariffa del 25% non dovesse sortire effetti, la aumenterò al 50% e poi al 75%“.
Attualmente, gli Stati Uniti hanno un accordo commerciale con il Messico, in vigore dal luglio 2020, che permette alla maggior parte delle merci di attraversare il confine senza dover pagare dazi.
Come comunicato dal Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, il Messico è il secondo maggiore acquirente di beni statunitensi, dopo il Canada, e il secondo fornitore, subito dopo la Cina.
Se eletto, Trump ha promesso di introdurre diverse tariffe su tutte le importazioni, inclusa una tassa del 20% su ogni merce che attraversi il confine da qualsiasi Paese, del 60% sui prodotti provenienti dalla Cina e persino una tariffa del 100% su tutte le automobili prodotte in Messico.
Inoltre, ha espresso l’intenzione di sostituire l’imposta federale sul reddito con nuove tariffe, una proposta che ha sollevato perplessità tra gli esperti fiscali, poiché sarebbe difficile compensare le minori entrate attraverso un incremento delle tariffe.
Ogni tentativo di sostituire le imposte sul reddito con dazi rischierebbe di spostare l’onere fiscale dai più abbienti alle famiglie a basso reddito.
Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews