Questa settimana si preannuncia cruciale per i mercati, con le decisioni sui tassi di interesse di tre importanti banche centrali: la Banca d’Inghilterra (BoE), la Federal Reserve (Fed) e la Banca del Giappone (BoJ).
Nei giorni scorsi, i mercati azionari hanno registrato una significativa vendità dopo la pubblicazione dei risultati trimestrali di diverse aziende, amplificata dall’incertezza tra gli investitori riguardo le future misure delle banche centrali. Durante questa settimana, le fluttuazioni dei mercati potrebbero continuare in seguito alle scelte decisive delle banche centrali, inclusa la BoE, la Fed e la BoJ.
Tra le aziende pronte a rivelare i loro risultati trimestrali ci sono giganti come Microsoft e Meta Platforms, mentre in Europa si preparano a comunicare i dati anche le maggiori compagnie energetiche, tra cui Shell e BP.
Europa
L’indice flash dei prezzi al consumo (CPI) di luglio per l’area euro rappresenta un indicatore economico di primaria importanza, poiché funge da parametro principale per la decisione della Banca Centrale Europea (BCE) riguardo ai tassi di interesse. A giugno, l’inflazione annuale nell’Eurozona è scesa al 2,5%, rispetto al 2,6% del mese precedente, rimanendo comunque al di sopra dell’obiettivo fissato dalla BCE del 2%, a causa dei costi elevati nel settore dei servizi. Le previsioni indicano che a luglio l’inflazione annuale si attesterà ulteriormente al 2,4%.
Altre informazioni rilevanti includono le letture flash del PIL del secondo trimestre per Francia, Spagna, Italia e Germania, che daranno indicazioni sulla traiettoria economica dell’Eurozona. In particolare, l’economia tedesca ha visto una crescita dello 0,2% trimestre su trimestre nei primi tre mesi del 2024, dopo una contrazione nel quarto trimestre del 2023. Questo miglioramento è attribuibile a un incremento significativo degli investimenti nel settore delle costruzioni e alla ripresa delle esportazioni, con previsioni di espansione dello 0,1% nel secondo trimestre.
Nel Regno Unito, la BoE è attesa all’annuncio della sua decisione sui tassi di interesse, un evento determinante per i mercati azionari e per la sterlina. A giugno, l’inflazione è tornata al 2%, l’obiettivo della BoE, sebbene superiore alle aspettative, il che potrebbe ritardare un eventuale taglio dei tassi previsto per agosto. La pressione inflazionistica nel settore dei servizi e l’impennata dei salari rimangono fattori di rischio per un possibile aumento dei prezzi. Nonostante siano emerse divergenze tra i membri del comitato riguardo il futuro dei tassi, ci si attende una riduzione dello 0,25% al 5% durante questa riunione.
Le trimestrali delle grandi imprese continueranno a influenzare il sentiment di mercato; questa settimana le principali compagnie energetiche europee, tra cui Shell e BP, presenteranno i risultati del secondo trimestre. Anche grandi istituti bancari come HSBC e Barclays renderanno noti i loro bilanci trimestrali, che rappresentano un indicatore della salute complessiva del settore finanziario. Gli investitori seguiranno con attenzione anche i dati delle aziende farmaceutiche quali Merck Group e GSK.
Stati Uniti
Le decisioni della Federal Reserve restano un argomento cruciale per Wall Street e per i mercati globali. Nella prossima riunione, la Fed dovrebbe mantenere il tasso d’interesse al 5,5%, ma potrebbe annunciare un taglio a settembre. A giugno, l’inflazione negli Stati Uniti è scesa al 3,3%, un dato migliore delle attese, che ha accresciuto le possibilità di un primo abbassamento dei tassi dal 2020. Tuttavia, una politica monetaria più aggressiva del previsto potrebbe generare instabilità nei mercati.
Inoltre, i dati sulle retribuzioni del settore non agricolo di luglio rappresentano un ulteriore elemento per la Fed in relazione all’adeguamento della politica monetaria. Negli ultimi mesi, il mercato del lavoro ha mostrato segni di rallentamento, con un tasso di disoccupazione salito al 4,1% a giugno, il livello più alto dall’ottobre 2021. Anche la diminuzione delle assunzioni favorisce lo scenario di un possibile taglio dei tassi da parte della Fed a settembre.
Asia e Pacifico
Le decisioni della Banca del Giappone in merito alla politica monetaria rivestono un’importanza particolare per l’Asia. Gli analisti si aspettano che la banca centrale aumenti, per la seconda volta, il tasso di riferimento e riduca gli acquisti di obbligazioni. A marzo, la BoJ ha deciso il primo rialzo dei tassi dal 2007, ponendo fine al regime di tassi negativi introdotto nel 2016.
A luglio, lo yen giapponese ha mostrato un notevole apprezzamento grazie alle aspettative di ulteriori inasprimenti della politica monetaria da parte della BoJ. Tuttavia, il tasso d’interesse resta vicino allo zero, ben al di sotto di quello delle altre principali economie. Dopo anni di deflazione, il Giappone ha iniziato a osservare un aumento dei prezzi al consumo grazie a politiche di allentamento significativo durante la pandemia. Tuttavia, i funzionari della banca intendono attendere segnali di spesa al consumo sostenibili prima di implementare anche misure restrittive.
In Cina, si attende la pubblicazione dell’indice PMI (Purchasing Managers Index) di giugno, relativo sia al settore manifatturiero che a quello non manifatturiero. A giugno, il settore manifatturiero ha visto una contrazione per il secondo mese consecutivo, rivelando la lentezza della ripresa economica del Paese. Le previsioni suggeriscono che il PMI manifatturiero rimarrà in contrazione anche a luglio.
In Australia, l’indice dei prezzi al consumo del secondo trimestre potrebbe generare volatilità nel mercato locale, poiché l’inflazione mensile è aumentata al 4% a maggio, segnando un incremento per il terzo mese di fila. Le attese sono per un aumento dei tassi di interesse da parte della Reserve Bank of Australia nella prossima riunione.
Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews