La Commissione Europea sta valutando l’implementazione di un sistema di mercato per incentivare agricoltori e industria a tutelare l’ambiente e a ripristinare la biodiversità, assegnando un valore agli ecosistemi.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha proposto la realizzazione di “nuovi strumenti finanziari per premiare gli agricoltori che contribuiscono a fermare la perdita di biodiversità e il degrado ambientale”.
“È fondamentale sviluppare strumenti finanziari per coprire gli agricoltori nei costi aggiuntivi legati alla sostenibilità e riconoscerli per la loro cura del suolo, dell’acqua e dell’aria – ha dichiarato von der Leyen -. È giunto il momento di premiare coloro che si prendono cura del nostro pianeta”. Questa proposta è stata presentata in occasione di una conferenza a Monaco di Baviera, a pochi giorni dalla fine di un “dialogo strategico” sull’agricoltura futura in Europa.
Gli agricoltori sono i principali soggetti colpiti dal cambiamento climatico e dalla riduzione della biodiversità, mentre “le pratiche agricole possono contribuire ad aggravare queste crisi”, ha ribadito la presidente dell’esecutivo dell’UE.
“Ci serve un nuovo sistema di strumenti finanziari che possa compensare gli agricoltori per i costi aggiuntivi legati alla sostenibilità e per l’impegno nella tutela della terra, dell’acqua e dell’aria – ha continuato la presidente -. È il momento di riconoscere chi serve il nostro pianeta”.
Von der Leyen, sotto accusa negli scorsi mesi per aver abbandonato alcune proposte ambientali cruciali, ha promesso di presentare una tabella di marcia per il futuro dell’agricoltura in Europa entro i primi 100 giorni del suo secondo mandato.
La sua proposta attuale si basa sulla relazione del dialogo strategico pubblicata il 4 settembre, approvata all’unanimità da gruppi ambientalisti, sindacati agricoli e altre parti coinvolte, che chiedevano un “significativo incremento annuale” dei pagamenti diretti agli agricoltori nell’ambito della Politica Agricola Comune.
Von der Leyen ha menzionato un possibile sistema di “crediti natura” orientato al mercato, applicabile anche al di fuori dell’agricoltura. “Prendiamo ad esempio un’azienda idrica che dipende dalla salute di una sorgente; oppure un’azienda frutticola che necessita dell’azione degli impollinatori: tali imprese potrebbero utilizzare i crediti natura per ricompensare le comunità locali e gli agricoltori che forniscono servizi ecosistemici, creando così un mercato volto al ripristino del nostro pianeta”, ha sottolineato von der Leyen.
“Capisco che possa sembrare quasi utopistico, ma con gli standard adeguati è assolutamente realizzabile”, ha aggiunto, facendo riferimento al sistema europeo di scambio delle quote di emissione, che richiede a centrali elettriche e fabbriche di acquistare quote per ogni tonnellata di CO2 emessa, un sistema attivo da vent’anni.
“Già si sta lavorando presso le Nazioni Unite e nella Commissione europea per definire degli standard globali per i crediti natura, poiché devono rappresentare veri crediti di natura e non un fenomeno di greenwashing”, ha concluso von der Leyen, condividendo un pensiero personale: “Rispetto a quando ero piccola, il 70% della fauna selvatica è scomparsa”.
Un portavoce della Commissione europea ha, successivamente, rifiutato di fornire dettagli sui “lavori in corso”, limitandosi a riportare che von der Leyen aveva già toccato questo tema l’anno scorso alla COP28 di Dubai, dove aveva suggerito l’uso dei “crediti natura” per premiare i Paesi africani nella conservazione delle loro foreste pluviali.