Il 7 ottobre 2023, 254 israeliani, tra cui 229 civili e 25 soldati, sono stati rapiti in attacchi coordinati dai terroristi di Hamas nei kibbutz situati lungo il confine tra Israele e la Striscia di Gaza.
Un anno dopo gli attacchi del 7 ottobre, i kibbutz Kfar Aza e Nir Oz appaiono come desolati centri abitati. Decine di residenti di Kfar Aza hanno perso la vita in quello che è stato un attacco improvviso; 17 persone sono state prese in ostaggio, di cui solo 12 sono state liberate. La comunità di Nir Oz è stata una delle più colpite nel sud: su 400 abitanti, 117 sono stati uccisi o rapiti. In totale, i terroristi di Hamas hanno eseguito il rapimento di 254 israeliani, includendo 229 civili e 25 soldati, con oltre mille vittime registrate.
Un anno dopo il 7 ottobre: il destino dei kibbutz attaccati da Hamas
Shahar Shnorman e sua moglie sono sopravvissuti all’attacco dell’anno precedente nel kibbutz di Kfar Aza e hanno scelto di ritornare come unici residenti. Shahar attribuisce la responsabilità non solo a Hamas, ma anche al proprio governo: “Non abbiamo fatto ciò che era necessario. Non il nostro governo, né il nostro esercito. Abbiamo subito una sconfitta e continuiamo a perderne ogni giorno,” ha commentato l’uomo.
Nel kibbutz di Nir Oz, 29 ostaggi sono ancora detenuti a Gaza. Dei 254 rapiti, si stima che circa un centinaio si trovi ancora nella Striscia, ma si pensa che solo un terzo di essi sia vivo.
Dopo il 7 ottobre, Israele ha avviato un’offensiva nella Striscia di Gaza: secondo quanto riportato dal ministero della Sanità, oltre 41mila palestinesi sono stati uccisi nell’arco di un anno a causa dei bombardamenti israeliani, la metà dei quali erano donne e bambini.
Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews