Si è spento a soli 28 anni Sammy Basso, biologo veneto noto per la sua lotta contro la rara malattia di Hutchinson-Gilford, anche conosciuta come progeria (SPHG). Il ministro dell’Istruzione italiano, Giuseppe Valditara, ha proposto di intitolare una scuola in sua memoria.
Ci ha lasciato a soli 28 anni Sammy Basso, il biologo veneto considerato il più longevo al mondo affetto dalla sindrome di Hutchinson-Gilford, una malattia genetica rarissima che provoca un invecchiamento precoce. Nel 2018, Sammy ha conseguito la laurea in Scienze Naturali all’Università di Padova, presentando una tesi incentrata sulla ricerca di terapie per rallentare il progresso della sua condizione. La triste notizia è stata comunicata dall’Associazione italiana progeria Sammy Basso (Aiprosab), da lui stesso fondata.
Giovedì scorso, Basso è stato premiato alla Scuola Grande di San Rocco a Venezia, durante la XIV edizione del premio giornalistico Paolo Rizzi, per il suo impegno nella sensibilizzazione riguardo a questa rara malattia e per la promozione della ricerca scientifica. Il suo ricordo è stato onorato da numerosi membri del governo italiano.
“Sammy è stato un esempio straordinario di coraggio, fede e positività. Ha affrontato ogni sfida con un sorriso, dimostrando che la resilienza può superare ogni ostacolo. Il suo impegno nella ricerca sulla progeria e la sua capacità di ispirare gli altri costituiranno per sempre un modello da seguire”, ha affermato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha espresso il suo cordoglio: “Siamo rattristati dalla scomparsa di Sammy Basso, un uomo di straordinaria forza che ha trasformato la sua lotta contro la progeria in una missione di speranza e progresso, contribuendo in modo significativo alla comprensione di questa malattia rara e complessa. Lascia a tutti noi una preziosa testimonianza di tenacia e coraggio. Rivolgo alle sue famiglie, agli amici e a tutti coloro che hanno condiviso il suo percorso le mie più sincere condoglianze”, ha dichiarato il ministro della Salute. Dal palco del raduno leghista a Pontida, il ministro Valditara ha annunciato l’intenzione di intitolare una scuola a Basso, definendolo “un meraviglioso ragazzo, un esempio per tutti”.
Cos’è la progeria, la malattia di Hutchinson-Gilford di cui soffriva Sammy Basso
Secondo quanto riportato dall’Istituto superiore di sanità (ISS), la sindrome di Hutchinson-Gilford (SPHG) è una malattia genetica estremamente rara, comunemente nota come progeria, caratterizzata da un invecchiamento accelerato che inizia nell’infanzia, senza influire sulle capacità intellettive, ma provocando alterazioni a livello della pelle, delle ossa e del sistema cardiovascolare.
La progeria colpisce circa un bambino su 8 milioni di nati vivi negli Stati Uniti. In Olanda, il tasso è di circa 1 su 4 milioni. Questa malattia progressiva inizia a manifestare segni di invecchiamento nei primi anni di vita, come la scarsa crescita e la perdita di capelli. Alla nascita, i bambini generalmente non presentano sintomi, ma è nel primo anno di vita che iniziano a comparire i primi segni.
La maggior parte dei bambini con SPHG muore a causa di malattie tipiche degli anziani, come problemi cardiaci o cerebrovascolari. L’aspettativa di vita media per un bambino affetto da progeria è di circa 13 anni, anche se alcuni possono raggiungere i 20 anni o più. Sammy Basso, fino ad oggi, è stata l’unica persona con progeria a vivere fino a 28 anni.
Esistono anche altre malattie ereditarie che causano invecchiamento precoce (progeroidi), la cui sintomatologia è simile a quella della SPHG, ma differiscono per i meccanismi sottostanti. Tra queste ci sono la sindrome progeroide di Nestor Guillermo, la sindrome progeroide atipica, la sindrome progeroide con ipoplasia mandibolare e sordità, la sindrome di De Barsy, la sindrome progeroide congenita, la sindrome di Wiedemann-Rautenstrauch, la sindrome di Werner e la sindrome di Cockayne.
Attualmente non esiste una terapia specifica per la sindrome SPHG, ma è fondamentale una diagnosi tempestiva per avviare un trattamento di supporto e gestire le complicazioni. La ricerca verso possibili cure ha compiuto significativi progressi da quando è stato identificato il gene responsabile della malattia.
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