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Attacco in Libano: il ruolo dei cercapersone di Hezbollah

I cercapersone utilizzati dagli agenti di Hezbollah sono esplosi in un attacco che si sospetta sia stato orchestrato da Israele. Gli esperti stanno esplorando le modalità attraverso le quali questi dispositivi potrebbero essere stati detonati.

Esplosioni a Beirut: un attacco devastante

I cercapersone impiegati dai membri di Hezbollah sono detonati martedì a Beirut e nel Libano meridionale, in quello che appare un attacco a distanza, causando la morte di 12 persone, inclusi due bambini. Secondo quanto riportato dal ministro della Sanità libanese, Firas Abiad, ci sono 2.800 feriti, di cui 300 in condizioni critiche.

Sia il ministro dell’Informazione libanese, Ziad Makary, che Hezbollah sostengono che Israele è responsabile delle esplosioni. Anche un funzionario statunitense ha confermato all’Associated Press che i dispositivi sono esplosi nell’ambito di un’operazione israeliana.

Tensioni tra Hezbollah e Israele

Hezbollah, supportato dall’Iran e etichettato come organizzazione terroristica da Stati Uniti e Regno Unito, è emerso durante la guerra civile libanese. Le tensioni risalgono agli anni ’80, quando il gruppo militante ha dichiarato le potenze occidentali e Israele come nemici.

Nel 2006, Hezbollah ha combattuto una guerra contro le forze israeliane e ha condotto attacchi transfrontalieri nell’ultimo anno, a seguito dell’inizio del conflitto con Hamas lo scorso ottobre.

Il politico di Hezbollah, Ibrahim Al Moussawi, ha definito l’attacco recenti come una “aggressione criminale” e il gruppo militante islamista ha dichiarato che continuerà a difendere il Libano.

Perché Hezbollah ricorre ai cercapersone?

Un cercapersone è un dispositivo di comunicazione wireless progettato per ricevere messaggi tramite segnali radio. In passato, questi dispositivi erano molto popolari prima dell’era degli smartphone.

Come attore non statale con risorse limitate, Hezbollah ha utilizzato i cercapersone per evitare l’intercettazione da parte di Israele, come osservato da Elijah J. Magnier, un esperto e corrispondente di guerra con oltre 37 anni di esperienza nella regione.

“Hezbollah è stato estremamente cauto nell’uso dei telefoni cellulari, riconoscendo che qualsiasi dispositivo con connessione a Internet è vulnerabile alle avanzate capacità elettroniche israeliane”, ha detto a Euronews Next.

Possibili modalità di attivazione dei cercapersone

SMEX, un’ONG libanese specializzata in diritti digitali, ha pubblicato un’analisi dopo l’attacco, identificando vari scenari su come i cercapersone potrebbero essere stati esplosi.

I dispositivi potrebbero essere stati manipolati durante il trasporto o la spedizione, programmati per esplodere tramite un timer o attraverso un segnale radio.

Altri esperti hanno suggerito all’Associated Press che piccole cariche esplosive potrebbero essere state integrate nei cercapersone e attivate a distanza.

SMEX ha anche considerato la possibilità che i dispositivi siano stati sfruttati per provocare il surriscaldamento delle batterie, un’ipotesi che è stata poi contestata in vari rapporti mediatici e sui social.

“I dispositivi non erano obsoleti”

Magnier ha riferito a Euronews Next che i cercapersone esplosi non erano vecchi, bensì un lotto recentemente arrivato. Anche altre agenzie di stampa riportano dichiarazioni di funzionari di Hezbollah che confermano questa informazione.

“Hezbollah aveva la capacità di controllare questi dispositivi, ma appare che presentino una tecnologia di livello superiore”, ha aggiunto Magnier, suggerendo che gli israeliani potrebbero aver inserito una quantità ridotta di materiale esplosivo all’interno dei circuiti elettronici.

“Per questo motivo, è difficile identificare tali modifiche con ispezioni standard, specialmente quando il cercapersone è attivo”, ha precisato.

Mercoledì, una fonte della sicurezza libanese ha confermato a Reuters che l’intelligence israeliana ha inserito esplosivi in migliaia di cercapersone importati in Libano nei mesi precedenti.

Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews

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