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Russia, fallito test del missile Satan II a settembre 2023

Recentemente, alcune immagini satellitari risalenti a settembre, condivise da un esperto su un famoso social network, avrebbero evidenziato un possibile fallimento nel test del missile “Satan II” (nome ufficiale: RS-28 Sarmat), in grado di trasportare diverse testate nucleari.

Immagini satellitari acquisite alla fine di settembre hanno sollevato interrogativi tra gli esperti di armamenti riguardo a un presunto test effettuato dalla Russia sul suo avanzato missile balistico intercontinentale, RS-28 Sarmat. Secondo le informazioni, il test sarebbe stato un insuccesso. Questo missile, che misura circa 35 metri e può portare testate nucleari, è stato definito in vari articoli (sia russi che internazionali) come “Satan II” o “l’arma più letale del mondo”, contribuendo ad accrescere le preoccupazioni sulle reali capacità militari del Cremlino. Le immagini sembrerebbero mostrare un ampio cratere su un sito di lancio a Plesetsk, nel grande nord della Russia. Questi scatti sono stati presentati per la prima volta il 21 settembre da un analista noto con il nickname “MeNMyRC”.

“È piuttosto evidente che il test dell’RS-28 Sarmat sia stato un insuccesso totale”, ha commentato l’utente, aggiungendo che il missile è esploso all’interno del silo, generando un cratere enorme e causando danni all’infrastruttura. MeNMyRC ha anche ipotizzato che l’esplosione potrebbe essersi verificata durante il rifornimento di carburante liquido, piuttosto che al momento del lancio.

Questa possibilità spiegherebbe la mancanza apparente di velivoli incaricati di supervisione per i test. Se le congetture degli esperti trovano conferma, si tratterebbe del quarto fallimento documentato dell’RS-28, mentre l’unico test di successo registrato risale ad aprile 2022.

Implicazioni politiche significative per Putin

Matt Korda, ricercatore presso l’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (SIPRI), ha spiegato a Euronews Next che l’RS-28 è progettato per sostituire l’RS-20V Voevoda, un missile sviluppato oltre trent’anni fa: “Da tempo la Russia ha pianificato di aggiornare ogni sistema di lancio dell’era della Guerra Fredda con versioni più contemporanee, e l’RS-20V Voevoda è l’ultimo rimasto nel suo arsenale. Di conseguenza, l’introduzione del Sarmat rappresenta un significato politico rilevante per il presidente Putin, poiché simboleggia il completamento della transizione tanto attesa da parte della Russia.”

L’RS-28 è stato presentato per la prima volta nel 2014 durante una conferenza stampa a Mosca. In quell’occasione, i funzionari russi avevano affermato che il missile sarebbe stato completato entro il 2020. Tuttavia, la produzione ha subito ripetuti slittamenti a causa di vari problemi di fabbricazione, assemblaggio e collaudo. Korda sottolinea che, attualmente, l’RS-28 non è ancora entrato in servizio: “Non solo la produzione in serie del missile è stata rinviata, ma il suo ciclo di test ha subito un impatto da una serie di tentativi falliti e rimandati“, ha aggiunto Korda.

Le potenzialità dell’RS-28

Fin dalla sua presentazione, i media russi hanno riportato che l’RS-28 ha la capacità di portare fino a 16 testate nucleari indipendenti. Tuttavia, Korda ritiene che il numero reale potrebbe essere notevolmente inferiore, “forse fino a 10 testate”. Secondo l’esercito russo, il missile ha una portata di almeno 18.000 km e pesa oltre 208 tonnellate.

Nel mese di ottobre del 2023, Putin ha dichiarato che l’RS-28 sarà disponibile per l’impiego: “In linea di massima, anche il Sarmat, il super-missile, è pronto. Tutto ciò che resta da fare sono le procedure amministrative e burocratiche, in modo da poter avviare la produzione in serie e metterlo in modalità standby. Ciò avverrà a breve.” Durante lo stesso discorso, Putin ha sottolineato uno degli obiettivi dell’RS-28: scoraggiare l’escalation nucleare e militare da parte degli Stati Uniti. Ha specificato che la Russia ha firmato e ratificato il Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari, mentre gli Stati Uniti l’hanno solo firmato. Tale trattato vieterebbe tutte le esplosioni nucleari, sia per utilizzi militari che civili. Per entrare in vigore, deve essere ratificato da 44 “Stati con capacità nucleare” presso il segretariato generale delle Nazioni Unite.

Nel novembre scorso, Putin ha ritirato la ratifica della Russia, intenzionato a allinearsi con la posizione degli Stati Uniti. Tuttavia, ci sono diversi Paesi dotati di armi nucleari che si rifiutano ancora di firmare o ratificare il trattato. I test sulle armi continuano a svolgersi in tutto il mondo. Secondo Korda, la produzione di nuovi missili come l’RS-28 Sarmat rientra in un processo di modernizzazione che coinvolge “tutti gli Stati dotati di armi nucleari”.

È incerto quale sia il reale stato di avanzamento del programma relativo all’arma russa, dopo il quarto sospetto fallimento del test. Putin e i media russi hanno affermato che l’RS-28 sarebbe praticamente pronto per l’impiego, ma le immagini del cratere sollevano dubbi su tali dichiarazioni, secondo il parere di molti esperti.

Korda suggerisce che, nonostante i problemi riscontrati nei test, la Russia continuerà a lavorare sull’RS-28: “È evidente che Mosca mira a raggiungere il dispiegamento del missile: le immagini satellitari indicano che la costruzione principale è avanzata presso il primo reggimento della 62esima divisione missilistica nel sud della Siberia, e prossimamente inizierà in altri siti di dispiegamento previsti”.

Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews

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