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Svizzera: referendum contro la biodiversità, troppi costi

Gli ambientalisti chiedevano misure di salvaguardia più rigide per tutelare la biodiversità in Svizzera, ma è prevalso il “no”: numerosi detrattori sostengono che tali provvedimenti siano troppo onerosi.

Un’iniziativa destinata a valorizzare la biodiversità, promossa da diversi gruppi di protezione dell’ambiente in Svizzera, ha fallito nel suo intento. Il referendum tenuto domenica ha visto oltre il 60% degli elettori dissentire dall’idea di ampliare gli spazi verdi, garantendoli da intrusioni di sviluppo e iniziative imprenditoriali.

La Svizzera è conosciuta per i suoi laghi meravigliosi e le sue vette alpine, ma la sua ricca fauna e flora è attualmente a rischio.

In aggiunta, un’altra proposta per riformare il sistema pensionistico è stata bocciata nel medesimo referendum. Questo piano avrebbe imposto a datori di lavoro e dipendenti l’aumento dei contributi ai fondi di previdenza professionale obbligatori.

In Svizzera, i referendum si svolgono quattro volte l’anno, un numero significativamente più alto rispetto ad altri Paesi europei.

Il referendum controverso

Il referendum svizzero si è trasformato in una votazione che ha polarizzato l’opinione pubblica tra chi desidera una maggior tutela ambientale e chi ritiene gli interventi per la biodiversità troppo gravosi dal punto di vista economico.

Una proposta controversa per la biodiversità

Gli sondaggi più recenti anticipavano un calo dell’entusiasmo per la proposta di aumentare i finanziamenti pubblici destinati a incentivare agricoltori e altre entità a preservare terreni e corsi d’acqua. Il progetto avrebbe anche incrementato la superficie totale degli spazi verdi, mantenendoli al riparo dall’azione distruttiva dell’uomo.

Chi si è opposto al piano di protezione

Il governo federale, molti elettori delle zone rurali e il principale partito di destra si sono schierati contro l’iniziativa, argomentando che le spese sarebbero troppo elevate: ogni anno vengono già investiti 630 milioni di euro per la salvaguardia della biodiversità.

Secondo le valutazioni del Consiglio federale, l’accettazione del piano avrebbe comportato un ulteriore costo di almeno 420 milioni di euro per le amministrazioni centrali e locali. Una delle restrizioni previste dall’iniziativa sarebbe stata il divieto di costruire nuove linee ferroviarie in aree specifiche.

Un terzo delle specie vegetali e animali a rischio

I sostenitori delle misure a favore della biodiversità mettono in evidenza la progressiva diminuzione delle risorse naturali in Svizzera e le minacce a specie come api, rane, uccelli, muschi e altri animali selvatici. Sottolineano inoltre che gli spazi verdi protetti sono “il principale patrimonio per il turismo” e che un incremento di tali aree potenzierebbe le economie locali.

“Una natura diversificata assicura aria pulita, acqua potabile, impollinazione, fertilità del suolo e il nostro approvvigionamento alimentare”, ha rilevato un comitato a sostegno della proposta.

“Tuttavia, la biodiversità in Svizzera è in crisi. Un terzo delle nostre specie vegetali e animali è minacciato o già scomparso”.

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, un ente di ricerca costituito da 38 Paesi prevalentemente sviluppati, ha fornito un’analisi comparativa sulle minacce agli ecosistemi. La Svizzera figura tra i primi quattro Paesi con la maggiore incidenza di specie minacciate in tutte le categorie di fauna selvatica.

Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews

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