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Pavel Durov di Telegram in libertà vigilata con cauzione di 5M€

L’imprenditore russo non avrà la possibilità di lasciare la Francia e sarà obbligato a presentarsi presso una centrale di polizia due volte a settimana. Sarà chiamato a rispondere di 12 capi di accusa.

Pavel Durov, il fondatore di Telegram, ha ottenuto la libertà vigilata dal tribunale di Parigi, dopo aver versato una cauzione di 5 milioni di euro. Tuttavia, il multimiliardario fondatore dell’app di messaggistica dovrà rimanere in Francia e sottoporsi al controllo delle autorità, presentandosi due volte alla settimana in commissariato.

La difesa di Durov ha definito la situazione “assurda”. L’imprenditore di origine russa è chiamato a rispondere a 12 capi di imputazione, tra cui la mancata collaborazione nelle indagini su Telegram riguardanti traffico di droga e disseminazione di contenuti pedopornografici. Attualmente, Durov è anche sotto indagine per gravi violenze nei confronti del figlio.

L’arresto e le accuse penali

Durov è stato arrestato sabato all’aeroporto di Le Bourget, nei pressi di Parigi, nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria avviata il mese scorso e che comprende 12 presunti reati.

Tra le accuse mosse ci sono quelle di utilizzo della piattaforma per la vendita di materiale pedopornografico e traffico di droga, oltre a frodi, favoreggiamento di attività di criminalità organizzata e il rifiuto di Telegram di fornire informazioni o documenti richiesti dalle autorità competenti.

Il procuratore di Parigi ha comunicato che l’ordine di custodia era stato esteso per un massimo di 48 ore. Successivamente, le autorità avrebbero dovuto decidere se rilasciarlo o accusarlo formalmente.

Indignazione e reazioni internazionali

L’arresto di Durov ha suscitato polemiche in Russia, dove alcuni funzionari hanno etichettato l’azione come politicamente motivata, evidenziando un presunto doppio standard dell’Occidente in riferimento alla libertà di espressione.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha auspicato che Durov possa avere tutte le opportunità necessarie per la sua difesa legale, sottolineando che Mosca è pronta a fornire assistenza e sostegno essendo lui un cittadino russo. Tuttavia, ha aggiunto che la situazione è complicata dal fatto che Durov è anche cittadino francese.

In Iran, dove Telegram è ampiamente utilizzato nonostante il divieto ufficiale, l’arresto ha attirato l’attenzione della Guida Suprema della Repubblica Islamica. L’ayatollah Ali Khamenei ha lodato la Francia per la sua “severità” nei confronti di coloro che “violano la governance” su Internet.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha dichiarato che l’arresto di Durov non è una manovra politica, ma parte di un’indagine indipendente. Macron ha affermato che la Francia è “profondamente impegnata” nella libertà di espressione, ma che “le libertà devono essere garantite all’interno di un quadro giuridico”, per proteggere i diritti fondamentali dei cittadini.

Dopo l’arresto, Telegram ha dichiarato di rispettare le normative dell’Ue, sottolineando che la moderazione dei contenuti è “in linea con gli standard del settore e in costante miglioramento”. “È illogico affermare che una piattaforma o il suo proprietario siano responsabili degli abusi avvenuti”, si legge nel comunicato. “Quasi un miliardo di utenti utilizzano Telegram per comunicare e accedere a informazioni vitali. Speriamo in una rapida risoluzione di questa situazione. Telegram è con voi”.

Durov possiede anche la cittadinanza degli Emirati Arabi Uniti, dove ha sede Telegram. Il Ministero degli Esteri degli Emirati ha dichiarato di “monitorare attentamente la situazione” e di aver chiesto alla Francia di fornire a Durov “tutti i servizi consolari necessari in modo urgente”.

Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews

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