Frederico Morais, presidente del sindacato nazionale degli agenti penitenziari, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla grave mancanza di sicurezza nelle carceri portoghesi, dovuta principalmente alla scarsa disponibilità di personale. A seguito dell’evasione di cinque detenuti, la ministra della Giustizia ha richiesto verifiche urgenti sui sistemi di gestione e sicurezza.
Dopo l’evasione avvenuta nel carcere di Vale dos Judeus, la ministra della Giustizia ha annunciato una serie di audit urgenti per i 49 istituti penitenziari del Paese. Tuttavia, per gli agenti penitenziari, queste misure giungono in ritardo.
“Se il governo precedente ci avesse ascoltati, avremmo potuto affrontare questa problematica prima. È evidente che non c’è sicurezza nelle carceri portoghesi, in nessuna struttura”, ha dichiarato a Euronews Frederico Morais, presidente del sindacato della polizia penitenziaria.
Una delle principali falle nel sistema di sicurezza è la dismissione delle torri di guardia, sostituite da un sistema di videosorveglianza a causa della mancanza di personale. Le torri non solo svolgevano un ruolo di sorveglianza sui detenuti, ma permettevano anche di rilevare eventuali movimenti sospetti all’esterno.
“Il perimetro del carcere deve essere protetto da risorse umane, non possiamo tornare indietro. La presenza fisica degli agenti è indispensabile per garantire il controllo. A livello nazionale, quasi tutte le torri sono state dismesse proprio perché non c’erano abbastanza agenti all’interno delle carceri. Dove sono stati trasferiti? Proprio dalle torri, che sono state chiuse e gli agenti spostati all’interno”, spiega il sindacalista.
Oltre alla mancanza di sicurezza
Oltre alla carenza di risorse, gli agenti penitenziari segnalano l’assegnazione di compiti e responsabilità per i quali non hanno ricevuto alcuna formazione, in particolare riguardo al reinserimento sociale dei detenuti.
“Non ci sono guardie, non ci sono veicoli, le infrastrutture sono fatiscenti e il sistema carcerario è obsoleto. Continuiamo a ripetere che non possiamo essere l’unico Paese in Europa a trattare la pena come un’opportunità di reinserimento. Non possiamo far coesistere una funzione di sicurezza con il reinserimento: noi siamo agenti penitenziari, il nostro compito è garantire la sicurezza delle carceri, non reintegrare i detenuti nella società“, afferma Frederico Morais.
A questi problemi si aggiunge il sovraffollamento degli istituti. I dati del 2023 mostrano che l’occupazione è superiore al 90%, già considerata ad alto rischio. Ci sono 24 carceri che superano la loro capacità limite. Tra queste, quella di Porto, che ha una capacità di 675 posti, ha ospitato ben 872 detenuti nel scorso anno.
Nel solo 2023, si sono registrate nove evasioni. Non ci sono ancora dati sul numero di evasioni del 2024, ma almeno cinque verranno incluse nel prossimo rapporto della Direzione generale per il reinserimento e i servizi penitenziari, in seguito all’evasione avvenuta la mattina del 7 settembre nel carcere di Vale dos Judeus, a Alcoentre.