Secondo la sentenza della Corte, la Banca Centrale Europea (BCE) non aveva il potere di indagare sulle partecipazioni di Silvio Berlusconi in Banca Mediolanum, nonostante la condanna per frode fiscale del defunto premier italiano.
Ribaltata la decisione della BCE
È una vittoria postuma per Silvio Berlusconi. La Corte Europea ha annullato la decisione presa dalla BCE nel 2016, che si opponeva all’acquisizione di una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum da parte dell’ex premier. I giudici di Lussemburgo hanno stabilito che l’Eurotower non poteva, in modo legittimo, bloccare la detenzione di Berlusconi in merito a questa partecipazione.
La nota della Corte chiarisce che la BCE non poteva opporsi alla detenzione da parte di Silvio Berlusconi di una partecipazione qualificata nella Banca Mediolanum, in quanto questa situazione derivava esclusivamente dalla conservazione di una partecipazione acquisita prima che venissero recepite le disposizioni del diritto dell’Unione Europea su cui la BCE si basava.
Il ruolo della BCE e la vicenda Fininvest
La Banca Centrale, in qualità di principale supervisore finanziario nell’Unione Europea, ha la responsabilità di vigilare sugli azionisti che possiedono oltre il 10% delle azioni di una banca. Nel 2016, l’autorità di vigilanza aveva contestato la partecipazione di Berlusconi, detenuta tramite la sua società di investimenti, Fininvest, a causa della condanna per frode.
Tuttavia, i giudici hanno affermato che la BCE non ha il diritto di indagare su una transazione avvenuta quando la banca era stata acquisita da una controllata, annullando così una precedente sentenza del Tribunale del 2022 che aveva dato ragione a Francoforte.
Dopo la crisi finanziaria, le autorità nazionali hanno trasferito il potere di controllo delle banche all’Eurotower. Nel 2014, la Banca d’Italia aveva obbligato Berlusconi a vendere le sue azioni, ma la decisione era stata successivamente ribaltata dai tribunali nazionali.
Durante la sua variopinta carriera, che lo ha visto ricoprire più volte la carica di presidente del Consiglio, Berlusconi ha affrontato numerosi processi per reati gravi, quali affiliazione mafiosa, corruzione e prostituzione minorile. L’unica condanna a suo carico risale a un caso di frode fiscale del 2013.
Nonostante la sua scomparsa nel 2023, la questione è stata portata avanti dai suoi eredi e dai membri della sua famiglia, molti dei quali siedono nel consiglio di amministrazione della Fininvest e mantengono legami con altre aziende, come l’emittente Mediaset.
Attualmente, né i portavoce della Fininvest né quelli della BCE hanno fornito commenti in merito.