All’apertura di lunedì, i mercati europei si sono trovati in una situazione di forte ribasso. L’atmosfera di incertezza persiste, accentuata dai recenti cali nelle borse asiatiche, in seguito a timori di una possibile recessione economica negli Stati Uniti e all’escalation del conflitto in Medio Oriente.
A Piazza Affari, il Ftse Mib ha subito una flessione del 2,76%, stabilizzandosi attorno ai 31 mila punti dopo aver toccato un massimo di ribasso del -4%, trascinato principalmente dal settore bancario. Inizialmente in crescita, lo spread tra Btp e Bund si attesta attorno ai 150 punti base.
Il Cac 40 francese ha visto un crollo del 2,78%, mentre il Dax tedesco ha registrato una diminuzione del 2,84%. Infine, il Ftse 100 ha avviato la giornata con un ribasso del 2,19%.
Nonostante ciò, l’euro ha mostrato segni di rafforzamento nei confronti di molte valute principali, con il tasso di cambio Eur/Usd che è aumentato del 2% rispetto alla scorsa settimana, comportandosi così da valuta rifugio.
In Giappone, i mercati azionari hanno registrato ribassi significativi, con perdite che hanno toccato anche il 10% lunedì, allargando un intenso selloff successivo al rialzo dei tassi d’interesse della Banca del Giappone della settimana precedente. Il yen giapponese ha raggiunto il punto più alto dal 3 gennaio.
I mercati vivono un periodo di panic selling influenzati dall’indebolimento dei dati economici negli Stati Uniti, mentre la Federal Reserve si mostra riluttante a ridurre i tassi di interesse. Gli investitori esprimono preoccupazione per la lentezza della Fed nell’allentare la politica monetaria e nel prevenire una recessione. A Wall Street, i futures sono in forte ribasso, suggerendo un ulteriore calo per l’apertura dei mercati statunitensi, in particolare i futures del Nasdaq, che hanno registrato un crollo del 5%.
I beni rifugio, tra cui l’oro, il yen giapponese, l’euro e i titoli di Stato, hanno visto un aumento dei loro valori grazie al crescente interesse degli investitori per opportunità più sicure. L’indice della paura Cboe Volatility Index (Vix) ha mostrato un’impennata del 26%, superando quota 23, il livello più alto dal marzo 2023.
La crisi del mercato giapponese ha ripercussioni globali
I principali indici giapponesi, il Nikkei 225 e il Topix, hanno visto crolli di oltre il 10%. Questa caduta ha seguito l’innalzamento dei tassi di interesse praticato dalla Banca del Giappone (Boj) e le misure di riduzione del programma di acquisto di obbligazioni, che hanno condotto a un significativo apprezzamento dello yen.
L’aumento dei tassi d’interesse ha generato preoccupazioni riguardo la capacità delle aziende giapponesi, molte delle quali fortemente indebitate, di mantenere la propria attività. Gli investitori hanno quindi cominciato a vendere le proprie azioni e a convertire i loro fondi in yen, confidando in rendimenti più elevati grazie all’aumento dei tassi.
Lo yen ha guadagnato un 7% rispetto al dollaro statunitense, raggiungendo il valore più elevato dal mese di gennaio, con il tasso di cambio Usd/Jpy che è passato da 154 a solo 142,66.
Il tracollo del mercato azionario giapponese si riverbera inoltre sugli altri mercati internazionali, considerata la significativa esposizione del governo giapponese verso investimenti all’estero, specie su Wall Street.
I rendimenti dei titoli di Stato scendono, l’oro cresce e il Bitcoin affonda
I rendimenti dei titoli di Stato a livello globale hanno subito una discesa brusca a causa di un clima di risk-off, poiché le obbligazioni vengono solitamente considerate beni rifugio in tempi di crisi. I rendimenti obbligazionari si muovono in direzione opposta ai prezzi delle obbligazioni. Il rendimento del Tesoro decennale statunitense è sceso fino al 3,75%, il dato più basso dal giugno 2023. In Asia, il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a dieci anni ha mostrato una diminuzione di 14 punti base, collocandosi al minimo di quattro mesi dello 0,8%.
I titoli di Stato europei potrebbero seguire un andamento analogo, con i prezzi dei bund tedeschi e dei gilt britannici che sono sotto pressione al rialzo.
I prezzi dell’oro sono saliti vicini ai massimi storici, poiché il metallo prezioso è storicamente considerato un bene rifugio. I futures sull’oro al Comex hanno visto un incremento dello 0,73%, raggiungendo quota 2.487 dollari (2.275 euro) per oncia, a soli 0,7% dal picco storico di luglio.
Al contrario, il Bitcoin ha subìto un forte calo, evidente nel suo status di asset ad alto rischio. La più popolare criptovaluta ha perso il 18% dal venerdì scorso, toccando il valore di 53.400 dollari (49.043 euro).
Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews